Ci impegniamo tutt* insieme per fornire cure, assistenza, protezione e tutela alle persone che per condizioni economiche, sociali, culturali o personali non possono o non riescono ad accedere al Sistema Sanitario Nazionale.
Dal 1993 facciamo del nostro meglio per garantire a tutt* il diritto alla salute per una vita degna.
Testimonianze dei volontari e delle volontarie
Mi sono avvicinata a Sokos perché volevo continuare la mia attività di medico rivolgendomi a chi non poteva avere accesso alle cure. Fare volontariato ha dato un senso al mio essere medico, permettendomi di mettermi al servizio di chi aveva più bisogno.
Qui a Sokos ho imparato tante cose che non pensavo neppure esistessero: le difficoltà e le ingiustizie in cui vivono tanti popoli delle più disparate etnie. Da quando lavoro qui, mi sento meglio dentro, vado a letto più serena anche solo se un nostro paziente passando dopo la visita mi fa un sorriso perché soddisfatto e più sereno e mi dice ciao.
Di sokos mi sono appassionata per la sua concretezza. Sokos non solo crede che il diritto alla salute è di tutt*, ma lo realizza quotidianamente nei suoi ambulatori. Mi ha sempre sorpreso la quantità di medici e professionisti che offrono gratuitamente le proprie competenze e il proprio ascolto. Far parte di questo gruppo e di questa tangibilità mi ha sempre entusiasmata. Meraviglioso inoltre il nostro gruppo giovani, che è affiatato e costante. Da sokos ho anche trovato un importante scambio intergenerazionale che ci permette di unire le risorse, le prospettive e l’allegria delle diverse generazioni dei volontari e delle volontarie presenti.
In questo contesto di volontariato, come medico, ho imparato soprattutto che molte volte la malattia assume connotati spesso diversi, in modo del tutto inconscio e che diviene la traduzione del malessere provocato dall’abbandono della propria terra, dei familiari, della propria cultura, delle vecchie abitudini. Le loro difficoltà a inserirsi nel nuovo contesto sociale, la lontananza dalla famiglia e dal paese di origine, il timore della malattia, la difficoltà di inserimento in un contesto diverso, la paura del fallimento di un progetto legato al miglioramento della condizione di vita del nucleo familiare originario, molto spesso ingenera un malessere psichico che, inevitabilmente, si traduce soprattutto in paura e solitudine.
Per me Sokos è la degna continuazione di un percorso di volontariato iniziato anni fa.
Ho conosciuto Sokos durante una manifestazione a favore degli immigrati e delle persone senza fissa dimora. È stato come trovare qualcosa che cercavo da tanto tempo!
“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della comunità e garantisce cure gratuite agli indigenti […]”(Articolo 32, comma 1, la Costituzione della Repubblica Italiana)
Come disse un collega: “Preferirei che l’ambulatorio fosse chiuso per inutilità!”
Sokos è una finestra sul mondo. Mi piace molto il servizio di accoglienza, che mi permette di poter comunicare e creare un dialogo efficace e profondo con le persone che si rivolgono a noi.
Le persone che stanno male non possono aspettare, è fondamentale il piccolo gesto quotidiano messo in atto continuamente per dare una risposta, un segnale di rispetto e di accoglienza. Sokos lo fa tutti i giorni, tutte le settimane da più di 25 anni. Sono fiero di contribuire a questa storia.